Degenerazione causata dall’invecchiamento, trauma, predisposizione genetica, sovrappeso, cattiva alimentazione: sono queste le principali cause di artrosi ginocchio e anca. Ce ne parla il dr. Michele Massaro, specialista ginocchio, ortopedico delle Cliniche Humanitas di Milano e Bergamo esperto in chirurgia mini invasiva. Un over 60 su tre soffre di artrosi ma sono sempre più frequenti i casi di persone colpite da questa patologia che non hanno ancora compiuto i 50 anni.
Da un’indagine condotta da Daniel Lieberman e dai ricercatori di Harvard (USA) su oltre 2.000 scheletri di varie epoche storiche (dal 6.000 a.C a dopo la Seconda Guerra Mondiale) risulta che le persone nate dopo la Seconda Guerra Mondiale hanno una doppia probabilità di essere colpite da artrosi ginocchio.
Fattori di rischio come la degenerazione dovuta all’invecchiamento o l’obesità non bastano più a spiegare l’insorgenza della patologia. La ricerca sospetta altri fattori di rischio, altre cause specifiche come l’inquinamento.
A novembre 2017, sono stati pubblicati sulla rivista The Lancet i risultati di uno studio della Mailman School of Public Health (Columbia University), che hanno confermato la stretta correlazione tra inquinamento atmosferico ed alcune malattie dei tempi moderni: non solo infarti, ictus, malattie cardiovascolari o polmonari, ma anche osteoporosi e fratture ossee. Lo studio durato ben 8 anni ha analizzato i dati di 9 milioni di persone (dai 65 anni in su). E’ stato scoperto che la costante esposizione al particolato può compromettere le ossa: risultano più a rischio le comunità esposte a livelli elevati di PM2.5 (polveri sottili) che provocano infiammazioni e danni ossidativi sistemici soprattutto agli anziani ma non solo.
Quanto funzionano le attuali terapie per l’artrosi ginocchio? Risponde il dr. Michele Massaro
Mantenere un peso forma ideale e svolgere una regolare attività fisica fanno parte di uno stile di vita sano che aiuta a rallentare la progressione dell’artrosi ginocchio.
Integratori a base di glucosamina o condroitina solfato vengono assunti per preservare la cartilagine. Si ricorre a FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei) per ridurre l’infiammazione, ad analgesici per attenuare il dolore, ad infiltrazioni di acido ialuronico o di cortisonici per infiammazioni difficili da ‘spegnere’.
Tutte queste terapie funzionano? Se sì, fino a che punto?
“Gli integratori riducono i problemi di cartilagine nella fase iniziale dell’artrosi ginocchio. Le infiltrazioni con acido ialuronico possono rallentare l’evoluzione della patologia. Sono ancora in fase di studio i fattori di crescita piastrinici o le cellule staminali ma c’è ancora molta strada da fare, non ci sono dati definitivi o sufficienti sulla loro efficacia, sui reali benefici” spiega Michele Massaro specialista ginocchio.
Certo è che, per trovare la terapia giusta, è necessaria una diagnosi accurata, la scoperta delle cause o dei fattori di rischio relativi ad una qualsiasi patologia. Per ora, puntare su uno stile di vita sano sembra essere la strada migliore da percorrere per prevenire o ritardare il più possibile l’insorgenza dell’artrosi ginocchio o anca.
Farmaci ed altre terapie (anche fisiche) puntano ad attenuare il dolore, a spegnere l’infiammazione ed a combattere la rigidità articolare per ritardare il più possibile l’innesto di una protesi tramite intervento chirurgico.
Artrosi ginocchio: quando è inevitabile ricorrere alla protesi ginocchio mini invasiva?
“Quando il livello di gravità dell’artrosi ginocchio è invalidante e le terapie farmacologiche, fisioterapiche o infiltrative risultano inefficaci, informo il paziente sulla necessità di considerare l’intervento per l’innesto di una protesi che va a sostituire cartilagine ed osso compromessi dalla gonartrosi ripristinando la funzionalità articolare”.
Il dr. Michele Massaro specialista ginocchio ricorre all’intervento solo se strettamente necessario, per recuperare la qualità della vita perduta a causa di un’articolazione profondamente alterata e di una funzionalità del ginocchio compromessa. Massaro Michele ha scelto di specializzarsi in chirurgia mini invasiva perché è l’unica terapia risolutiva per l’artrosi ginocchio e anca.
“La tecnica chirurgica è molto meno aggressiva e traumatica rispetto all’operazione tradizionale. Si soffre meno, i rischi di lussazione sono decisamente ridotti, il successo è assicurato nel 95% dei casi. Questo tipo di intervento rispetta di più il corpo, prevede un risparmio osseo e muscolare, salva le parti sane, assicura tempi di recupero e riabilitazione più rapidi” spiega Massaro.
A differenza della chirurgia tradizionale, quella mini invasiva permette di impiantare una protesi parziale (monocompartimentale) se il danno interessa soltanto uno dei tre compartimenti del ginocchio. Comunque sia, anche in caso di protesi totale, l’obiettivo è preservare i legamenti crociati anteriore e posteriore oppure solo quello posteriore, se sono sani e salvabili.
L’artrosi compare anche prima dei 50 anni: se, ieri, si preferiva aspettare molto tempo prima di operare, oggi la protesi mini invasiva viene impiantata anche ai 50enni. Non ha senso aspettare (e soffrire) se l’articolazione risulta molto danneggiata. Una protesi ginocchio mini invasiva dura 20-30 anni: in Italia, si contano almeno 150 mila interventi all’anno per impiantare protesi ginocchio, al pari della protesi anca.